Presentazione
Quando si accompagna Salvatore Grande nelle sue perlustrazioni, passeggiate e viaggi, capita spesso doversi munire di pazienza – appena uno si siede su una banchina per una breve sosta – lui tira fuori i suoi colori, un libro di schizzi, i pennelli e un piccolo contenitore (sempre pronto) con l’acqua e comincia a disegnare. Fissare le proprie impressioni di viaggio con l’acquerello è una abitudine che, nell’era degli smartphones, rischia di diventare rara.
L’acquerello si presta bene per il viaggio – è leggero e rapido nella sua esecuzione – simile alla fotografia, capta l’instante, un paesaggio, una scena per strada, un gioco di luce e di colori che necessitano di uno sguardo sensibile e di una mano rapida e precisa.
“Essere in viaggio” percorre anche la vita di Salvatore Grande. Nato in Puglia, emigra a 8 anni con la familia in Argentina, dove cresce e dove studia architettura. Nel 1976 Grande ritorna in Italia e si stabilisce a Milano. Come architetto lavora in Italia, Argentina e in Medio Oriente. Nel 2014 si trasferisce in Svizzera, a Lugano, dove vive e lavora.
Grande viaggia anche con la mente, una mente sottile della persona attenta e contemporanea. Ne sono traccia i suoi acquerelli, cahiers de voyage, disegni e schizzi, dove architetto e pittore si incontrano nella complementarietà tra veduta e visione, tra rigore prospettico e accelerazione gestuale.
Nei collages, pezzi del suo ricco fundus della storia dell’arte e delle culture si combinano in modo giocoso con parti di giornali che riportano l’attualità dei giorni passati – Picasso, Ensor, Klee e altri s’incontrano con Richter, con lettere dell’alfabeto e frammenti di parole. Altri piccoli lavori poetici vogliono essere solo colore e forma.
Non si può fare a meno di pensare ai collages Dada di Kurt Schwitter; un commento ammiccante sulle assurdità nella nostra vita.Nello stesso tempo questi lavori ci permettono di sentire la sensibilità di Grande per i materiali, le strutture, le combinazioni di colori e forme.
Nel 2015 e 2016 Grande si è recato per qualche mese in Argentina dove ha presentato la sua mostra “La Primacía del Dibujo” nei musei delle città di Córdoba e di Santa Fe, le città dove ha vissuto la giovinezza.
Nei cahiers de voyage Grande racconta molte piccole storie, fa incontrare cose passate con l’attualità, cultura europea con la cultura indigena, annota a mano i suoi pensieri, commenti ed impressioni, incolla, dipinge e scrive. Questi frammenti di viaggio si lasciano guardare quasi come un film.
Nei lavori di Grande, la varietà delle tessiture sottolineano la qualità haptica dei collages, mentre per gli acquerelli questa viene riproposta dalla ricchezza delle diverse sfumature dei colori. La luce, il vento, l’atmosfera del luogo diventano la percezione di una nota impressionistica. Pennellate aperte, eseguite rapidamente si addensano per diventare un dettaglio preciso, un albero, una vela, una piccola casa bianca in lontananza.
La bellezza del nostro “essere viaggiatori” sta nell’attimo fuggente, nel breve sostare, nel percepire la luce, il vento, il gioco di un verde con un blu, bisogna solo volerla scoprire…
Andreas Frick, artista
Basilea, 29 gennaio 2016